ARRIVA IL FREDDO: COME REAGISCE IL CORPO E COME AIUTARLO
Fine novembre: ci stiamo sempre di più addentrando nella stagione fredda. Siamo nel periodo centrale dell’autunno: le giornate diventano più buie, le temperature diminuiscono, la natura si prepara per sopravvivere all’inverno.
Secondo l’Ayurveda questa stagione è caratterizzata dal predominio del Dosha Vata, ciò significa che in autunno sono accentuate le caratteristiche Vata, ovvero: leggerezza, freddezza, secchezza, mobilità e sottigliezza.
L’essere umano è strettamente legato e connesso alla natura che lo circonda e tutti i cambiamenti che avvengono all’esterno influenzano sia il nostro corpo che la nostra mente. Comprendere questi cambiamenti è fondamentale per mantenere l’equilibrio.
Nell'articolo "Preparare il corpo all'autunno" abbiamo già condiviso alcuni consigli per prenderti cura del corpo in questa stagione.
Oggi ti parliamo di:
- come funziona la termoregolazione
- semplici pratiche per sostenere il tuo corpo in questo periodo
- il tocco che nutre in profondità il corpo
"ANIMALI A SANGUE CALDO"
Addentrandoci sempre più nell’autunno, il progressivo abbassamento delle temperature ci invita ad una serie di cambiamenti comportamentali, uniti ad una serie di modificazioni metaboliche del nostro organismo, che servono a preservare la nostra temperatura corporea.
La termoregolazione riguarda infatti tutti quei meccanismi implicati nella regolazione della temperatura interna corporea, che nell’essere umano è costante e si aggira intorno ai 37°C.
La capacità di mantenere la temperatura corporea costante ci rende, come tutti i mammiferi e gli uccelli, degli animali omeotermi, definiti anche “a sangue caldo”.
Il calore basale del nostro corpo viene prodotto costantemente dall’attività metabolica derivata dall’assunzione di cibo. Tutti i processi che portano la trasformazione di cibo in ATP (la “moneta di scambio” dell’energia nel nostro organismo) generano calore, e questo calore, adeguatamente regolato e veicolato attraverso il sangue, permette al nostro organismo di mantenere una temperatura interna costante.
Come il nostro corpo risponde all'abbassamento delle temperature?
Oggi ti parleremo della termoregolazione da freddo, ossia dei meccanismi messi in atto dal nostro corpo per produrre più calore e contrastare l’abbassamento delle temperature esterne.
Per quanto riguarda i meccanismi biologici messi in atto dal nostro corpo durante la termogenesi da freddo (TIF), li possiamo suddividere in due gruppi principali:
TIF da brivido: la termogenesi “da brivido” è la contrazione ritmica isometrica (senza movimento) da parte dei muscoli scheletrici, che così facendo aumentano il loro metabolismo generando calore.
Proprio per questo, quando abbiamo freddo, il nostro corpo inizia a tremare in modo involontario con lo scopo di produrre calore.
Anche la così detta “pelle d’oca”, ossia il raddrizzamento dei peli (detto fenomeno dell’orripilazione), è conseguente alla contrazione delle migliaia di fibre muscolari annesse ai bulbi piliferi che hanno anch’essi la funzione di produrre calore.
TIF non da brivido: consiste in un aumento della temperatura corporea non legato alla contrazione muscolare.
Questo meccanismo è legato ad un particolare tipo di grasso che abbiamo nel corpo, detto tessuto adiposo bruno.
e cellule che compongono questo particolare tessuto (adipociti) invece di accumulare energia sotto forma di acidi grassi, sono in grado di produrre calore.
Nonostante il tessuto adiposo bruno si trova nel nostro corpo in piccole quantità (circa 700 grammi) prevalentemente nella zona del collo e delle spalle, rappresenta il 14% del nostro metabolismo basale.
Un’altro meccanismo per preservare la temperatura degli organo interni è la riduzione dell’afflusso del sangue a livello di braccia e gambe (vasocostrizione periferica) che si manifesta con un abbassamento della temperatura facilmente riscontrabile a livello delle mani e dei piedi.
Nonostante l’efficacia del nostro organismo nell’aumentare la propria temperatura è importante ricordare che l’essere umano durante la sua evoluzione, per poter sopravvivere ai climi freddi ha dovuto adottare una serie di cambiamenti comportamentali, che riguardano l’utilizzo di un abbigliamento pesante (utilizzo di pelli di animali), il cambio della postura (dormire rannicchiati per preservare la temperatura degli organi interni) o la migrazione in zone più calde e questa viene definita termoregolazione comportamentale.
Ora che sai come reagisce il tuo corpo...passiamo ai rimedi!!!
PAROLA D’ORDINE: RISCALDARE!
L’aumento delle qualità Vata può portare diversi squilibri, in particolar modo in quei soggetti che hanno una predominanza di Vata nella propria costituzione. Ne saranno invece meno colpiti i soggetti di costituzione Pitta. Le tematiche legate a Vata che si possono manifestare in questa stagione sono: pelle secca, labbra screpolate, maggiore sensibilità al freddo, difficoltà digestive. A livello mentale potrebbero manifestarsi irrequietezza, instabilità, ansia e stress.
Una delle qualità principali di Vata è la freddezza. Proprio quando intorno a noi, attraverso il cambio del clima, il freddo aumenta, è necessario contrastare questa qualità e agire per apportare calore al corpo.
La prima area d’azione dell’Ayurveda è l’alimentazione.
In questo periodo via libera a piatti caldi e nutrienti come zuppe di cereali e verdure.
I cereali maggiormente adatti a contrastare Vata sono riso, avena e grano. In generali risultano più adatti i cereali decorticati in quanto più facilmente digeribili.
Preferire ortaggi legati all’elemento terra come zucca, patate dolci, barbabietole, carote, cipolle, sedano rapa.
Si può incrementare la quota proteica dei nostri pasti e aumentare un pò l’utilizzo di olio d’oliva o ghee, ma sempre senza esagerare!
I sapori consigliati sono il dolce, l’acido e il salato.
Le spezie da preferire sono: cannella, cardamomo, cumino e finocchio. Da aggiungere ai pasti o utilizzate in infusione.
È altrettanto importante mantenere il corpo idratato in particolare bevendo acqua calda o tisane.
L’IMPORTANZA DI RALLENTARE
Vata non è solo freddo e secco, un’altra qualità importante è: veloce.
Essendo composto da Aria ed Etere Vata è per sua natura veloce e mobile.
Quando è in disequilibrio possiamo notare l’aggravarsi di queste qualità soprattutto a livello mentale: ansia, stress, instabilità, insonnia possono aggravarsi in questa stagione.
Rallentare è fondamentale per mantenere l’equilibrio: prendiamo esempio dalla natura!
Concediamoci degli adeguati momenti di riposo, sia durante la giornata, ma in particolar modo di notte. Il sonno notturno è molto importante per riequilibrare Vata.
Per migliorare la qualità del sonno puoi creare un ambiente confortevole, limitare l’esposizione ai dispositivi elettronici o agli stimoli troppo forti la sera e adottare delle pratiche di rilassamento come la meditazione.
Prova a dormire entro le 22:00 o comunque cerca di non andare a letto troppo tardi. Scegli un orario e cerca di rispettarlo ogni sera. La regolarità è un ottimo antidoto per gli squilibri di Vata!
Altrettanto importante per contrastare Vata: morbidezza!
Ascoltare il proprio corpo e adattare le pratiche alle esigenze individuali è fondamentale. Vata trova equilibrio nella regolarità, ma non nella rigidità!
Divertiti a sperimentare e ad osservare come i cambiamenti che apporti al tuo stile di vita influiscono sul tuo benessere. Modifica la tua routine gradualmente, introdurre subito troppi cambiamenti potrebbe risultare controproducente provocando ulteriore stress al tuo organismo.
NUTRIRE CON LA MORBIDEZZA
Abbiamo visto come un squilibrio dell’energia di Vata possa portare a irrigidimento sia sul piano mentale che sul piano fisico; i nostri tessuti, e in particolare i tendini e legamenti, che sono costituiti da tessuto connettivo, hanno profondamente bisogno quindi di essere nutriti.
Ma cosa significa nutrire i tessuti?
È chiaro per tutti che possiamo assimilare nutrienti attraverso il cibo, mantenendo una dieta bilanciata che ci assicuri la giusta dose di grassi, proteine carboidrati ecc…
Ma forse non è così chiaro che i nostri tessuti - come noi - si nutrono anche di altro.
Il movimento per esempio:
- permette alle fibre dei nostri muscoli, delle fasce, dei tendini e dei legamenti, di rimanere elastici e forti
- Fa in modo che il nostro sistema percettivo rimanga attivo, impegnando la mente in uno stato di presenza, e togliendo quindi energia ad eventuali rimugini caratteristici della tipologia Vata.
- Il movimento sollecita inoltre la circolazione dei fluidi all’interno del corpo così da favorire/sostenere la circolazione dei nutrienti
Altro componente fondamentale nella “dieta” dei nostri tessuti è il tocco, il contatto, il massaggio, la manipolazione.
IL CONTATTO CHE NUTRE
Tutti noi abbiamo sperimentato, almeno una volta nella vita - ma mi auguro anche più di una - il valore, il nutrimento, la bellezza di un abbraccio avvolgente. Quella sensazione di essere accolti, avvolti e contenuti tra le braccia di una madre affettuosa, di un amico leale o di un partner fidato.
Quando sperimentiamo questo tipo di contatto sentiamo che il nostro sistema si rilassa, i pensieri, come nuvole, si diradano nel cielo, e un calore profondo si irradia nel nostro Essere, oltre il nostro corpo fisico.
Ci sentiamo accolti, ascoltati, accettati e quindi nutriti nel corpo e nell’anima.
Nel Rolfing si utilizza un tipo di tocco che viene tradizionalmente chiamato “listening touch”, il tocco che ascolta. Ed è proprio la capacità del Rolfer di ascoltare il tessuto connettivo, che permette di stabilire una relazione nutriente con il cliente.
Nutrire il tessuto connettivo per nutrire l'intero corpo
Il tipo di contatto che si usa nel Rolfing permette di stabilire una connessione profonda con il corpo e il sistema del cliente, che ci sente accolto e quindi si apre a ricevere.
I movimenti, profondi, lenti e chiaramente direzionati che il Rolfer esercita hanno poi un effetto meccanismo sul tessuto connettivo, riorganizzando le fibre al suo interno e permettendo quindi di:
- favorire l’afflusso di liquidi e quindi l’idratazione del tessuto stesso
- Creare spazio e dare supporto ai vasi sanguigni e linfatici contenuti al suo interno
Migliora quindi la vascolarizzazione locale, che porta, oltre che ad una una fluidificazione del connettivo stesso, ad una regolazione termica più veloce.
Articolo a cura del Team Corpo
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Shivani Annalisa Di Salvo, Certified RolferTM
Stefano Zandonà, Medico e Iridologo
Cristina De Martin, Riflessologa Plantare e Operatrice Ayurvedica
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