MORTE: COME TRASFORMARLA IN ALLEATA PER LA SALUTE DEL CORPO
Riposo, sonno, letargo, lentezza, sono tutte parole che risuonano in questo periodo dell’anno in cui tutti noi, come gli animali e le piante, siamo chiamati a rallentare e a fare i conti con i cicli della Natura.
In un’epoca in cui siamo continuamente stimolati e sollecitati a ritmi a volte frenetici e del tutto innaturali, oggi vogliamo parlarti di quanto invece sia importante, nel ciclo della Vita, il momento della Morte.
Il tema sicuramente è molto delicato, soprattutto perché se ne parla poco, e in maniera molto approssimata, oggi però vi spiegheremo come la morte – intesa come fine di un ciclo vitale – sia qualcosa del tutto connaturato ad ogni forma di vita.
Ti parleremo di morte sotto diversi aspetti:
- da un punto di vista posturale, vedremo come far “morire” l’immagine che abbiano di noi sia il primo passo per poter sviluppare un corpo sano, resiliente e in grado di adattarsi
- conoscerai il ruolo fisiologico della morte cellulare a livello del nostro organismo e di quali fattori influiscono positivamente o negativamente su questo delicato processo
- infine vedremo come la scienza dell’Ayurveda può suggerirci efficaci rimedi per prevenire e gestire al meglio lo sviluppo ed eventuale accumulo di tossine.
LA "MORTE" DELLA NOSTRA POSTURA
Tutti noi, almeno in questo emisfero, siamo abituati al passaggio delle stagioni, al colore delle foglie che cambiano, e che infine, cadono. Nessuno si preoccupa del fatto che gli alberi rimangano spogli, perché tutti noi sappiamo che questo, che in natura è conosciuto come riposo vegetativo, è una fase, un momento di passaggio, verso una nuova vita.
Senza questa fase, non ci sarebbe rinnovo cellulare e quindi non ci sarebbe la vita.
Allo stesso modo, la nostra postura, come un albero, ha bisogno di cambiare, di evolvere.
Ma cos’è la postura?
Nell’Integrazione Strutturale Rolfing, la postura viene vista come un movimento molto lento che comincia nel momento della nascita e termina nel momento della nostra dipartita: un divenire costante che anima tutta la nostra vita. Non è quindi una condizione statica, eterna, che una volta stabilita, non può più cambiare, al contrario è un processo, e come ogni processo è viva.
Cosa determina la postura?
A livello bio-meccanico, la postura viene determinata dalla distribuzione delle tensioni all’interno del tessuto connettivo, la grande rete che collega i diversi segmenti ossei e che, come i tiranti delle vele, ne determina la posizione.
Ma c’è un altro livello, spesso molto più potente, che scolpisce la nostra postura, e che agisce su un livello più profondo: l’immagine che abbiamo di noi.
Perché l’immagine che abbiamo di noi è così importante?
Il cervello elabora gli schemi di movimento – le sequenze di attivazioni muscolari atte a compiere un determinato gesto – sulla base dell’immagine che ha del corpo.
Questa immagine/mappa è disegnata dal sistema propriocettivo, che invia al cervello informazioni sulla forma, la posizione, e il peso di ogni parte del corpo.
È facile comprendere quindi che un movimento può essere armonico solo se l’immagine di sé è veritiera: altrimenti ci ritroveremmo a guidare un tir, pensando di essere a cavallo di un triciclo.
Pensate che la corteccia motoria - parte del cervello coinvolta nei processi di pianificazione, controllo e esecuzione dei movimenti volontari del corpo - è impiegata al 97% a ricevere informazioni dai recettori di posizione, e solo il 3% ad elaborare una strategia adeguata.
Cosa rende l’immagine di sé veritiera?
Il corretto funzionamento del nostro sistema propriocettivo e la costante attualizzazione delle informazioni: la capacità che abbiamo di lasciar andare l’idea che abbiamo di noi, per aprirci alla precisa ed esatta percezione di come è collocato ogni singolo segmento del corpo nel qui ed ora.
Benché a dirsi possa essere semplice, questo meccanismo può essere inficiato da diversi fattori:
- emotivi: tutte le situazioni traumatiche irrisolte si insediano nel corpo inibendo la percezione e il movimento dell’area interessata
- familiari: dalla famiglia di origine apprendiamo i gesti basici, come camminare, per imitazione osservando i genitori e le persone della più stretta cerchia affettiva-relazionale; lasciar andare questi schemi significa quindi lasciar andare la propria famiglia di origine
- culturali & sociali: attraverso i mass media, siamo bombardati di immagini stereotipate di uomini e donne con corpi irreali e posizioni innaturali.
Essere qui e ora
È quindi importante allenare i nostri corpi - fisico, mentale ed emotivo - a morire a noi stessi, a lasciar andare ciò che pensavamo di essere, ciò che pensiamo di dovere o poter essere, ciò che ci hanno fatto credere di essere, per approdare sempre più qui e ora.
Come fare? Abbiamo diverse possibilità:
- Movimento consapevole: Yoga, Fledenkrais, Tai Chi, Danza, Rolfing Movement ecc… sono tutte pratiche che stimolano i recettori nervosi arricchendo il flusso di informazioni a disposizione del sistema motorio
- Meditazione: aiuta a gestire le aree del cervello impiegate, focalizzando l’attenzione sulla percezione del momento presente
- Massaggio e tecniche manuali: il contatto fisico migliora di gran lunga la capacità propriocettiva dell’organismo
Morire diventa così una pratica di Vita e di auto Amore.
LA MORTE CELLULARE NELL’ESSERE UMANO
Per parlare di morte cellulare è importante avere ben chiaro cosa sia una cellula.
La cellula, in natura e anche nel nostro organismo, è la più piccola unità vivente.
Questo vuol dire che ogni cellula nasce, cresce, si specializza e infine muore.
La lunghezza della vita di una cellula umana dipende molto dal ruolo che essa svolge nel nostro corpo. Possiamo avere quindi:
- cellule labili, tipiche dell’epidermide, delle mucose intestinali e del sangue, che si riproducono molto velocemente ed hanno un ciclo vitale relativamente breve (ad esempio le cellule epiteliali vengono completamente rimpiazzate in circa 14 giorni)
- cellule stabili, come quelle del fegato o dei muscoli che si rinnovano lentamente (una cellula epatica, detta epatocita, vive in media 150 giorni)
- cellule perenni, sono i neuroni, che possono mantenere le loro funzioni per tutta la nostra vita.
Questo processo è assolutamente naturale all’interno del nostro corpo, basti pensare che ogni giorno muoiono, in modo assolutamente fisiologico, circa 50 miliardi di cellule, per essere rimpiazzate da altrettante nuove cellule.
Quando la morte cellulare avviene in modo naturale, ossia quando una cellula ha concluso il proprio ciclo vitale, la sua morte avverrà per apoptosi, un processo di morte ordinato e regolare, che necessita di energia e che divide la cellula in tante piccole vescicole che vengono riassorbite dalle cellule circostanti.
Questo processo, oltre a permettere il riutilizzo delle componenti elementari di una cellula, ha il vantaggio di non attivare la risposta infiammatoria.
Perché l'apoptosi è utile all'organismo?
L’apoptosi ha diverse funzioni:
- mantenere l’omeostasi tissutale dove il ricambio cellulare è molto rapido, come accade a livello intestinale, cutaneo e sanguigno.
- Durante l’embriogenesi, la morte programmata cellulare ha lo scopo di rimodellare i tessuti per permettere lo sviluppo del feto. Per esempio durante la formazione delle dita si attiva un programma di morte cellulare per i tessuti interdigitali.
- durante il passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza con quella che viene definita la “potatura” neuronale, ovvero la morte selettiva di migliaia di sinapsi neuronali, allo scopo di rendere il cervello più efficiente.
In tutti questi casi la morte cellulare è funzionale al mantenimento delle fisiologiche funzioni del nostro organismo.
Quando la morte cellulare è un processo dannoso per la nostra salute?
In caso però di un aumento dello stato infiammatorio generale si assiste ad un aumento del tasso di morte cellulare causato a sua volta dall’aumento dei radicali liberi dell’ossigeno.
I radicali liberi non sono altro che molecole o atomi instabili e particolarmente reattivi che hanno la tendenza, per stabilizzarsi, di danneggiare le molecole con cui entrano in contatto.
I principali fattori responsabili della produzione di queste molecole reattive sono:
• Inquinamento
• Additivi o sostanze tossiche presenti negli alimenti
• Fumo di sigaretta, alcol e farmaci
• Stress psicofisico prolungato (distress)
• Raggi ultravioletti e radiazioni ionizzanti
Tutti questi fattori generano uno stato infiammatorio cronico e subacuto che interessa tutto l’organismo e che provoca un lento e progressivo aumento del tasso di mortalità cellulare.
In questo modo possono non comparire sintomi anche per molto tempo ma si vengono a generare alterazioni a livello metabolico, immunitario ed endocrino che sono alla base dell’invecchiamento cellulare e delle malattie croniche (es: malattie cardiovascolari, diabete tipo 2, malattie degenerative del sistema nervoso...).
Cosa posso fare per diminuire la morte cellulare nel mio corpo?
Per questo motivo è importante dare energia nella nostra vita a quelli che sono definiti i 4 pilastri per la longevità:
- attività fisica: migliora il metabolismo, il tono dell’umore e riduce i depositi di grasso intra addominale (una delle principali cause di infiammazione cronica sistemica)
- dieta equilibrata: una dieta varia, basata su cibi biologici e di stagione ci permette di ridurre il rischio di malattie metaboliche e riduce drasticamente l’infiammazione da additivi e sostanze tossiche presenti nei cibi
- qualità del sonno: un sonno profondo e ristoratore è alla base per ridurre i livelli di stress e per migliorare il metabolismo del nostro organismo
- controllo dello stress: saper gestire lo stress mediante delle pratiche di meditazione o respiro consapevole riduce drasticamente la nostra salute psicofisica
I RIMEDI DELL’AYURVEDA
L’Ayurveda ci può essere di grande aiuto nel regolare i processi di morte cellulare, in quanto considera l’importanza di mantenere l’organismo pulito e libero da sostanze di scarto che naturalmente il corpo produce.
Secondo questa antica disciplina, la chiave per il benessere completo risiede nella pulizia e nella purificazione del corpo e della mente.
Come abbiamo visto il nostro corpo si rinnova costantemente e questo produce sostanze di scarto che se si accumulano nel nostro organismo, causando diversi fastidi.
È utile pertanto sostenere il corpo in questo processo di eliminazione.
Secondo l’Ayurveda è proprio dall’accumulo di tossine infatti che hanno origine le malattie.
Prima di arrivare allo sviluppo della malattia però, ci sono degli importanti segnali da non sottovalutare che possono essere indice di accumulo di tossine nel nostro corpo. Ad esempio:
- Sonnolenza e letargia
- Senso di depressione
- Gas intestinali
- Costipazione
- Presenza di muco nelle feci
- Senso di pesantezza allo stomaco dopo i pasti
- Febbre leggera
- Dolori diffusi nel corpo
- Patina bianca sulla lingua
- Sudore acre e alito pesante
Hai notato qualcuno di questi nel tuo corpo?
Devi sapere che questi sono disturbi piuttosto diffusi e comuni.
I ritmi della società occidentale spesso ci portano a condurre una vita sedentaria, a non dare la giusta attenzione all’alimentazione, al movimento fisico e ai naturali ritmi del nostro corpo.
Vediamo ora qualche semplice accorgimento per sostenere l’organismo nel processo di purificazione ed evitare l’accumulo di tossine.
Acqua
L’acqua è fondamentale in ogni processo di purificazione, l’Ayurveda consiglia di bere acqua durante la giornata in modo costante, a piccole dosi e mai fredda.
Per aumentare il potere purificante l’ideale è bere acqua che è stata bollita per 5/10 minuti e lasciata intiepidire.
L’acqua bollita è più leggera, stimola il fuoco digestivo e allevia la stipsi.
In particolare se assunta la mattina appena svegli stimola il transito intestinale e agisce come una vera e propria doccia per l’intestino.
La pulizia della bocca
Durante la notte il nostro corpo lavora per espellere tossine dal corpo, è molto importante al mattino procedere affinché queste vengano eliminate.
Una pratica fondamentale è la pulizia della lingua con il nettalingua.
Le tossine che vengono eliminate durante la notte si depositano sulla lingua sotto forma di patina biancastra.
È bene rimuovere questa patina la mattina come prima cosa, soprattutto prima di bere o mangiare.
Si utilizza passando il nettalingua più volte dall’interno verso l’esterno per rimuovere tutto lo strato. Poi si può procedere con l’abituale pulizia della bocca.
Alimentazione
In Ayurveda, l'alimentazione svolge un ruolo fondamentale sia per evitare l’accumulo di tossine, sia per aiutarci ad eliminarle quando sono presenti.
Secondo l’Ayurveda il cibo non digerito e non correttamente assimilato è la causa principale di formazione delle tossine.
È importante scegliere cibi freschi e di stagione, adatti al proprio dosha e al proprio fuoco digestivo.
Evitare di mangiare se siamo in uno stato emotivo alterato o se il precedente pasto non è stato ancora digerito.
Sono da preferire cibi cotti al vapore o leggermente saltati in padella.
Ottimi gli alimenti dal sapore amaro: olive, verdure a foglia verde come spinaci, cavolini di Bruxelles, cicoria, tarassaco, radicchio, insalata belga che aiutano a stimolare il fegato.
Evita cibi raffinati, troppo pesanti, lavorati o trasformati che il corpo fatica a digerire e assimilare.
In caso sia necessaria una pulizia più profonda si può inserire un digiuno periodico, ad esempio scegliendo di digiunare un giorno a settimana o introducendo un arco di 16 ore di digiuno durante il giorno.
In caso di digiuno è importante bere molta acqua per sostenere e aiutare il corpo nel processo di eliminazione delle tossine.
Massaggio ayurvedico Abhyanga
Questo tipo di massaggio aiuta a stimolare il sistema circolatorio, linfatico e nervoso, supportando il corpo nell’eliminazione delle tossine.
Può essere potenziato dall’uso di oli specifici o oli essenziali per agire non solo sul corpo ma anche sul rilassamento della mente. L’ideale è effettuare un ciclo da 5 a 7 massaggi ad ogni cambio di stagione o in qualsiasi momento se ne avverta la necessità.
In alternativa si può praticare un automassaggio di 5/10 minuti con olio di sesamo caldo, possibilmente tutti i giorni o a giorni alterni.
Cominciando dalla testa e massaggiando ogni parte del corpo verso il basso.
Alla fine del massaggio si può attendere qualche minuto per permettere all’olio di penetrare in profondità e nutrire i tessuti cutanei.
Al termine effettuare una doccia per eliminare l’eccesso di olio e le tossine che il corpo può aver eliminato e che si sono depositate sulla pelle.
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Articolo a cura del Team Corpo
Shivani Annalisa Di Salvo, Certified RolferTM
Stefano Zandonà, Medico e Iridologo
Cristina De Martin, Riflessologa Plantare e Operatrice Ayurvedica
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